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Olio di cocco: un grasso alla moda?

Pur essendo una professionista nel mondo della nutrizione, ogni tanto navigando nei social sembra che un macronutriente a rotazione tra carboidrati, proteine e grassi , in quel momento sia la cura di tutti i mali.

Ultimamente tra le ricette delle food blogger sembra spopolare l’olio di cocco, una tipologia di grasso esotica e dal gusto dolce.

Ma perchè tutti lo utilizzano? Scopriamo insieme tutte le sue proprietà.

L’olio, o burro, di cocco è un olio vegetale ottenuto a partire dall’endosperma, detto copra, della noce di cocco. La maggiore produzione si trova nelle Filippine, seguite da Indonesia e India.

Per molti anni l’olio di cocco è stato considerato dannoso per il suo elevato contenuto di grassi saturi (qui trovi la spiegazione di tutte le tipologie di grassi) ma nell’ultimo decennio diversi studi scientifici hanno dimostrato che, essendo un grasso a media catena, ha caratteristiche totalmente diverse da tutti gli altri lipidi. Questo porta l’olio di cocco ad avere un punto di fusione inferiore rispetto a quello dei grassi animali ricchi di acidi grassi saturi a catena lunga, infatti d’estate l’olio di cocco sarà liquido e trasparente, d’inverno solido e bianco.

L’olio di cocco è composto da:

  • acido laurico: compone il 50% di questo grasso, ha azione antimicrobica per contrastare virus e batteri; altro alimento che ne contiene elevate quantità è il latte materno;
  • acido caprico: reagisce con alcuni enzimi batterici che lo trasformano in un altro potente antimicrobico;
  • acido caprilico: è un potente antifungino, tanto da essere un valido rimedio per i disturbi di candida.

Questi acidi grassi sono un’ottima fonte energetica perchè vengono assorbiti e metabolizzati rapidamente, inoltre è stato dimostrato che utilizzare l’olio di cocco non influenza i livelli di colesterolo circolante.

Il suo consumo si rivela utile per la salute del tuo intestino perchè aiuta a mantenere bilanciata la microflora batterica della mucosa intestinale nutrendo i batteri “buoni” e limitando la proliferazione dei patogeni.

L’olio di cocco vergine ha un punto di fumo di 175°, questo vuol dire che può essere usato per diverse cotture ma non è adatto alla frittura. Infatti il punto di fumo è la massima temperatura che può raggiungere un olio prima di iniziare a bruciare e decomporsi, andando a formare sostanze tossiche e a perdere tutti i nutrienti.

Osservando i paesi in cui l’olio di cocco è il maggior grasso utilizzato, come lo Sri Lanka, è possibile notare un basso tasso di malattie cardiovascolari. Le ricerche scientifiche stanno continuando a indagare se vi sia una diretta correlazione tra questo alimento e l’assenza di patologia, anche se gli studi non mancano: sono ben 1500 le ricerche che confermano le proprietà medicinali dell’olio di cocco.

Quindi il mio verdetto è: se ti piace l’olio di cocco, USALO! Darà quel tocco tropicale ai tuoi piatti e, avendo un gusto dolce, ti permetterà di omettere o utilizzare meno zucchero.

Non dimenticarti però di utilizzare altre tipologie di grassi come l’olio extravergine di oliva, l’avocado, i semi oleosi, la frutta secca, la tahina. Ogni grasso ha le sue proprietà e sono tutte utili per mantenere nutrito il tuo corpo.